E non è come quella stagione che le api sparirono e non si accesero i camini e le mimose fiorirono a febbraio e i fiumi evaporarono e i ghiacciai slavinarono e i lupi stanarono e i gelatai trionfarono.
I garofani non sono mai stati così rossi a Milano, così tanti. Così intonati.
Merli e piccoli falchi abitano i tetti, si passeggiano peluche di cani, si salutano i vicini come dal treno, ci si innamora dai balconi, canti e suoni, si fabbricano bambini. Si torna a com’era prima del web, si vive di web.
Si spera che il mondo torni com’era, si spera che no.
Si aspettano Resurrezioni e buone notizie, si fanno diventar buone le cattive a metà. Si sta in fila come a scuola ma non c’è scuola, misurano la febbre ma non c’è ambulatorio, si va a buttare la spazzatura come premio serale. Si aspettano buone notizie, si contano i rintocchi delle campane al vespero.
Maschere per tutte le forme, colori, facce e prezzi. Raffinate, fantasiose. arraffazzonate, artigianali, di haute couture. Nelle farmacie, nelle mercerie, nella boutique, ai mercati rionali. Tra le mele e scarpe, verdure e borse, tra le cipolle e le canottiere, tra dolci induriti e rammolliti, tra ali di pollo.
Due smartphone conversano da un balcone.
Domani è un altro giorno non è vero, domani è questo giorno. Le ambulanze, gli elicotteri, i droni, le videosorveglianze. i carabinieri, la polizia di Stato cerca il crimine nelle autocertificazioni.
E se domani io non potessi più rivedere te…
è già domani e non posso rivedere te.